Una delle prime cose che ti colpisce appena metti piede in Tunisia non è il deserto, né il mare. È il tempo.
In Tunisia il tempo ha un altro ritmo. Non è un luogo comune da cartolina: è la realtà di tutti i giorni.
Qui gli orologi ci sono, ma contano meno. Gli appuntamenti iniziano con calma, i pranzi si allungano senza colpa, e se chiedi “a che ora?”, la risposta potrebbe essere “tra poco” o “più tardi” – che non significano mai quello che intendi tu.
Per chi arriva dall’Italia, dove la giornata è una corsa a ostacoli e la puntualità è un dovere morale, tutto questo può sembrare disorganizzato, addirittura irritante. Ma poi, se resti abbastanza a lungo, ti accorgi che forse siamo noi ad avere un problema con il tempo. Non loro.

In Tunisia si vive in modo più fluido. Le persone si fermano a parlare, anche se hanno da fare. I bar non servono solo caffè, ma ore di conversazioni lente. E anche se a volte tutto sembra più difficile – perché magari la burocrazia non è lineare o i servizi non sono digitalizzati – c'è una forma di adattamento che ti insegna a mollare un po’ la presa.
Vivere o anche solo viaggiare qui ti costringe a rallentare. A smettere di misurare ogni cosa. A capire che non è sempre necessario fare per sentirsi realizzati. A volte, basta esserci.
Se stai pensando di venire in Tunisia, tienilo a mente. Lascia a casa l’orologio (o almeno l’ansia che ci hai attaccato sopra) e vieni a scoprire un paese dove il tempo non è solo una misura, ma un modo di vivere.